L'imponente piano di investimenti del PNRR per la Transizione 5.0 è in partenza.

Il decreto attuativo è atteso entro la fine di Luglio.
Si tratta di un'opportunità di rilancio economico e tecnologico fondamentale per le aziende Italiane, ma presenta molti aspetti tecnici che possono risultare anche piuttosto complessi.

Leggi la nostra guida operativa riassuntiva ed aggiornata per scoprire come funziona la Transizione 5.0 ed essere pronto a presentare il tuo progetto all'uscita del decreto

 

ChEnergia! srl - Guida Transizione 5.0

 

Di cosa si tratta?

Piano di incentivi, sotto forma di credito di imposta, per le aziende che investano in interventi ed in progetti di efficienza energetica per ridurre i propri consumi energetici. 

Qual è l’obiettivo dell’investimento?

La misura supporta il passaggio dei processi produttivi a un modello energetico efficiente, sostenibile e basato su energie rinnovabili, con l'obiettivo di ottenere un risparmio energetico di 0,4 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio nel periodo 2024-2026. 

Quanti fondi sono stanziati?

6,3 miliardi di euro

Chi ne ha diritto?

Tutte le imprese residenti nel territorio Italiano (incluse le stabili organizzazioni di soggetti non residenti), indipendentemente da forma giuridica, settore economico di appartenenza, dimensione e regime di determinazione del reddito dell’impresa, che negli anni 2024 e 2025 effettueranno nuovi investimenti innovativi per l'efficienza energetica in strutture produttive site in Italia, che comportino una specifica riduzione dei consumi energetici entro determinati limiti di spesa.

Quali sono gli interventi incentivabili?

  1. Beni materiali/immateriali strumentali nuovi di cui agli all. A e B alla L. 232/2016 (industria 4.0) (comprendono macchinari, ma anche software e non solo): tali beni devono essere collegati al sistema di gestione della produzione energetica dell'azienda o alla rete di fornitura. Per risultare idonei all'incentivo,  i progetti innovativi di risparmio energetico aziendale dovranno raggiungere complessivamente una riduzione di almeno il 3% dei consumi dell'intera struttura produttiva oppure del 5% se si tiene conto limitatamente del solo processo oggetto dell'intervento.
  2. Sistemi per Autoproduzione di energia da fonti rinnovabili: rientrano nell'incentivo anche i nuovi sistemi e beni (quindi gli impianti) per l'autoproduzione di energia rinnovabile e l'accumulo dell'energia sempre che essi siano inseriti nel progetto complessivo di riduzione dei consumi con le specifiche citate al punto precedente e che si attestino ad un investimento superiore a € 40.000. L' autoconsumo si ha anche nel caso in cui questo avvenga “a distanza” ai sensi dell’art. 30 comma 1, lettera a), numero 2), del DLgs. 8 novembre 2021 n. 199. Gli impianti possono essere locati anche in edifici diversi da dove "l'auto-consumatore" ( cioè l'azienda) opera, ma devono essere edifici nella sua disponibilità e con un collegamento diretto alla sua utenza con un collegamento di lunghezza non superiore a 10 chilometri. Inoltre, è possibile utilizzare la rete di distribuzione per condividere l’energia prodotta da tali impianti e "consumarla" nei punti di prelievo dei quali sia titolare lo stesso auto-consumatore.
  3. Costi per la formazione dei dipendenti aziendali: sono incentivabili i corsi di formazione volti all’acquisizione di competenze e skills per la transizione digitale ed energetica dei processi produttivi. Tali spese non possono essere superiori ai €300.000,00 e non possono superare il 10% del valore dell’investimento totale del progetto.
  4. Spese per la certificazione e la gestione della domanda al GSE da parte dell'ente certificatore: tali spese sono ammissibili e saranno riconosciute in un massimo di €10.000,00 come aumento del credito di imposta

A quanto ammonta l'incentivo?

Come anticipato l'incentivo è erogato sottoforma di credito di imposta. L’aliquota di tale credito varia in base a 3 classi di efficienza energetica:

  • I classe: riduzione dei consumi dal 3% al 6% per unità produttiva o dal 5% al 10% per il processo;
  • II classe: riduzione dei consumi superiore al 6% fino al 10% per unità produttiva o superiore al 10% fino al 15% per il processo;
  • III classe: riduzione dei consumi superiore al 10% per unità produttiva o superiore al 15% per il processo

Dalla combinazione di queste classi e all'ammontare dell'investimento si generano a sue volta 9 aliquote diverse per il credito di imposta, che possiamo così riassumere per brevità:

  • Per investimenti fino a 2,5 milioni: da 35% a 45%
  • Per investimenti da 2,5 milioni a 10 milioni: da 15% a 25%
  • Per investimenti da 10 milioni a 50 milioni: da 5% a 15%
  • Per investimenti oltre 50 milioni: da 5% a 15%

L'impianto fotovoltaico è incentivabile?

L'impianto fotovoltaico rientra negli interventi indicati sopra al punto 2. Può quindi essere idoneo se incluso nel progetto complessivo di risparmio, ma solo a determinate condizioni. Oltre a quanto scritto sopra, in particolare i moduli fotovoltaici incentivabili devono essere prodotti nell’Unione Europea e devono rispettare le seguenti caratteristiche per ottenere una maggiorazione dell'incentivo che  può essere del:

  • 120% per i moduli fotovoltaici con celle, prodotte nell’Unione Europea con un’efficienza della cella pari o superiore al 23,5%. Supponendo di aver accesso al 45% di aliquota massima prevista dall'incentivo, in questo caso spetterà la maggiorazione del 120% della base imponibile.
  • 140% per i moduli prodotti nell’Unione Europea composti da celle bifacciali con un’efficienza 24,0% ad etero-giunzione di silicio o tandem, anch'esse prodotte nell’Unione europea. Supponendo di aver accesso al 45% di aliquota massima prevista dall'incentivo, in questo caso spetterà la maggiorazione del 140% della base imponibile.

Potenzialmente quindi l'aliquota del credito di imposta potrebbe arrivare complessivamente anche al 63% (45% di aliquota massima del Transizione 5.0 con la maggiorazione del 140% della base imponibile). Si ricorda che tale maggiorazione è applicabile solo sull'importo relativo ai moduli fotovoltaici.

Qual è la procedura per ottenere l'incentivo?

L'accesso all'incentivo richiede specifici adempimenti al fine di certificare il raggiungimento degli obiettivi di risparmio energetico.

Sarà necessaria effettuare una comunicazione al GSE (Gestore dei Servizi Energetici), con la descrizione del progetto di investimento e il dettaglio dei costi. Per validare il risparmio energetico conseguito, l'azienda dovrà presentare inoltre una certificazione realizzata da un valutatore indipendente che possieda requisiti e competenze specifiche (che saranno definiti nel decreto attuativo). Tale certificazione oltre a verificare l'idoneità generale del progetto dell'azienda, il rispetto dei criteri richiesti dalle norme per accedere all'incentivo, dovrà anche precisamente eseguire due importanti verifiche:

  • Verifica ex ante: analisi che attesti l'esistenza delle condizioni che rendano possibile l' ottenimento della riduzione dei consumi, la quantificazione di tale risparmio energetico e la sua realizzabilità tramite l'investimento progettuale da incentivare.
  • Verifica ex post: analisi che attesti l’ottenimento effettivo della riduzione dei consumi e quindi accerti anche la concreta realizzazione degli investimenti come da progetto conformemente a quanto previsto dalla certificazione ex ante.

Infine, sarà necessario comunicare al GSE la conclusione dell'intervento e richiedere all' Agenzia delle Entrate l'importo del credito d'imposta richiesto dal beneficiario dell'incentivo.

A chi si devono rivolgere le aziende per gestire questo incentivo?

Le figure professionali che entrano in gioco sono almeno due:

  1. Commercialista/revisore contabile: per la gestione delle aliquote del credito di imposta
  2. Azienda specializzate nell'efficienza energetica e nell'energy management: per presentare la domanda al GSE, approvare il progetto da incentivare e realizzare le due certificazione richieste dal regolamento

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